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6 novembre 2012 Esapolis: il primo grande insettario d'Italia

Esapolis: il primo grande insettario d'Italia

Esapolis è il primo grande insettario d'Italia ed è il frutto di una proficua collaborazione tra la Provincia di Padova e Butterfly Arc.

Il visitatore viene proiettato in un mondo di piccoli esseri che rappresenta la più grande biomassa animale del nostro pianeta. Abbiamo il piacere di ospitare nel nostro blog il Direttore, Enzo Moretto.

 

Buongiorno Direttore, ci può presentare brevemente come e perché nasce Esapolis?

Mai come oggi è importante far conoscere la natura anche la più piccola e delicata. Gli insetti, e moltissimi altri piccoli e meno piccoli esseri, conosciuti come invertebrati, sono la maggior parte degli organismi viventi del nostro pianeta. La stessa vita di gran parte delle specie, inclusi i vegetali, dipende e può esistere grazie ad essi.Per contro questo mondo è ai più sconosciuto o ignorato se non temuto. Parlare di insetti ed altri invertebrati significa investire sul nostro futuro e su quello dell'intero pianeta.

 

Una delle attività fondamentali di Esapolis è l'educazione. Nel Vostro sito si legge: "Se ascolto dimentico, se guardo ricordo, se faccio capisco" Può argomentare quest'interessante considerazione?

Per noi chi frequenta il museo e soprattutto i tanti laboratori interattivi, oltre a divertirsi e a vivere un'esperienza originale ed indimenticabile, deve portarsi via qualcosa nella testa (conoscenza), nel cuore (emozioni), e nelle mani (cose tangibili e interazione anche toccando o semplicemente acquisendo cose che il museo mette a disposizione). Sembra che l'intelligenza umana si sia evoluta prima come mani e piedi che come cervello. Ne sono una testimonianza le impronte di 3,5 milioni di anni fa trovate a Laetoli in Africa, dove l'impronta del piede del nostro antenato ominide che le ha lasciate sulla cenere vulcanica, era già identico alla nostra mentre il suo cervello era ancora come quello di uno scimpanzé. Così noi crediamo che la comprensioni cominci e migliori con l'esperienza diretta e dal contatto fisico con le cose. Questa per noi non è più un ipotesi, ma è oggi una certezza.

 

Con quali altre realtà del territorio collabora Esapolis, non solo in ambito scientifico?

Esapolis da anni si relazione con Università, anche straniere, con istituzione zoologiche, con associazioni che si occupano di ambiente, di natura o di soggetti cari al museo, come bachi da seta ed api. In tal senso va citata la collaborazione con il Centro di Ricerca sui Bachi e le Api del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Inoltre è presente nella produzione di molti programmi televisivi anche molto noto, come Geo&Geo. Però ci tengo a dire che le cose non vanno viste dall'alto, ma da dove nascono le passioni, nelle nuove generazioni e nel modo di interagire e dare opportunità. Per questo abbiamo favorito ed investiremo molto nel gruppo neonato gruppo dei giovani entomologi.

 

Quali solo le mostre-iniziative in corso e future?

A breve uscirà il nostro nuovo documentario realizzato per la RAI, che parla dellamigrazione della farfalla Monarca. A breve cominceranno due convegni internazionali che ospitiamo ed organizziamo che vedranno partecipare studiosi, diretto e rappresentati di grandi istituzioni ed organismi internazionali. A più lungo termine stiamo lavorando anche a una nuovissima serie di documentari 3D sugli insetti che potranno essere visti su Sky ed altre reti televisive internazionali. Inoltre abbiamo in programma nuove mostre e laboratori per le scuole che daranno la possibilità anche di avvicinare, attraverso l'interazione con gli insetti, materie come la fisica e la matematica. Esapolis però, accanto alla nostra passione ed impegno, ha bisogno di trovare sinergie e risorse per sviluppare sempre nuove iniziative e per questo sarebbe bello che diventasse un obiettivo importante per sponsors che abbiamo a veramente a cuore il futuro della natura e delle nostre generazioni e non solo il profitto a breve termine.

 

Passiamo dagli insetti agli esseri umani! Ha qualche suggerimento da dare ai nostri lettori per quanto riguarda le più comuni pratiche quotidiane da seguire orientate al rispetto per l'ambiente?

Ne avrei tantissimi. Prima di tutto avere meno approcci ideologici, anche quando si pensa bene, è più concreti e commisurati ai risultati. Guardarsi attorno e avere la forza e la voglia di capire quanto sia diventato silenzioso e distante il nostro rapporto con la natura. Rispettare la natura non significa necessariamente non interagire ed estraniarsi, ma misurarsi con le conseguenze dei nostri comportamenti. Imparare a guardare gli insetti, anche quelli più facili, come le farfalle, e capire che, quando ci sono molte specie, cioè farfalle di tanti colori e forme, allora significa che la natura c'è ed il nostro impatto non è negativo. Naturalmente, per chi volesse cominciare insieme a noi a capirci di più, saremo ben felici di condividere questi percorsi ed incontraci ad Esapolis!

 

Grazie e... in bocca al lupo!