Oggi parliamo di Car Pooling e di quello che si nasconde dietro questa ennesima definizione anglofona, ancora poco in uso in Italia ma praticata e regolamentata negli States e in Nord Europa.

Si tratta semplicemente della condivisione di una stessa auto tra varie persone che devono percorrere il medesimo tragitto. Il vantaggio si può intuire al volo e visti i prezzi del carburante può essere un risparmio per tutti, oltre a diminuire l'usura delle proprie auto.

Ma provate anche a calcolare il vantaggio a livello ambientale, con minori consumi e conseguente diminuzione dell'inquinamento, da anni una forte problematica non solo in città o nei centri più abitati. Consideriamo inoltre l'aumento della qualità di vita legata al minor traffico e alla diminuzione anche dell'impatto acustico.

Ma come far funzionare il car pooling? I social network e le loro dinamiche hanno aiutato le comunicazioni tra persone, la condivisione e la viralità delle informazioni e non è stato difficile creare spazi dedicati a persone interessate a questo servizio, con la nascita di siti, portali e pagine Facebook sull'argomento.

Si posso così scegliere soluzioni ad hoc, sia continuative che temporanee, abbattendo il muro di diffidenza nel condividere un auto con degli sconosciuti, grazie anche a un primo incontro online, dove ogni persona è "certificata" dal proprio network e da una serie di commenti e feedback ricevuti.

Conseguente sviluppo è stato anche quello della creazione di diverse applicazioni mobile che consentono una ancor più rapida ricerca di soluzioni di car pooling.

Carpooling.it (che fa parte di un network internazionale che fa capo a carpooling.com) e Blablacar.it sono due tra i maggiori punti di riferimento in Italia del settore. Basta dare un'occhiata alle loro pagine Facebook per chiedere ai fan un prezioso feedback sulla validità di queste iniziative.

Fonti: Carpooling.it | Blablacar.it