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15 ottobre 2018 Il 16 ottobre è il World Food Day

Il 16 ottobre è il World Food Day

Torna la giornata mondiale dell’alimentazione. Cosa possiamo fare per contribuire a questa importante iniziativa?

“Le azioni sono il nostro futuro. Un mondo #Fame Zero entro il 2030 è possibile”. È questo lo slogan del World Food Day 2018, storica giornata mondiale dell’alimentazione indetta dalla FAO – l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura – per riportare ogni anno i drammatici temi di povertà, fame e malnutrizione sotto i riflettori internazionali.

#Fame Zero entro il 2030. Cosa significa? 

La giornata viene celebrata in Italia e in altri 150 Paesi al mondo, una ricorrenza globale fatta di iniziative in ambito scolastico, ma anche manifestazioni di piazza, tutte mirate a creare una maggiore consapevolezza su temi delicati e, purtroppo, sempre attuali. Il messaggio veicolato da questa importante iniziativa, però, è positivo: se ci impegniamo tutti insieme, stati, istituzioni e aziende, ma anche privati cittadini, possiamo eliminare la fame nel mondo entro il 2030, facendo diventare quella di oggi la Generazione Fame Zero.

Cosa significa concretamente? Gli obiettivi sono che entro i prossimi 12 anni non ci siano più bambini al mondo con deficit di sviluppo sotto i due anni, che tutta la popolazione mondiale possa avere quotidianamente accesso a una quantità di cibo adeguata, che tutti i sistemi alimentari siano sostenibili, non causino danni alla natura e non sfruttino le popolazioni che vivono in quei contesti locali; e, ancora, che i piccoli contadini ricevano un reddito equo e che si riducano a zero gli sprechi alimentari.

Cosa fare nel nostro piccolo

Si tratta di obiettivi ambiziosi, chiaramente, rispetto ai quali i singoli cittadini rischiano di sentirsi impotenti. In realtà c’è qualcosa di molto semplice che ognuno di noi può fare tra le mura di casa per dare il suo contributo alla causa. Secondo la Fao, infatti, ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di cibo commestibile (un terzo della produzione mondiale), si trasformano in rifiuti; uno spreco che vale 750 miliardi di dollari, pari all’intero Pil della Svizzera.

I principali responsabili di questo spreco sono le famiglie (il 70% dello spreco alimentare complessivo): ogni mese le famiglie italiane spendono 30 euro per beni alimentari che non finiranno mai sulla tavola. E se per una famiglia 30 euro al mese possono non essere tanti, sommando questa cifra per tutti i mesi dell’anno e per tutte le famiglie d’Italia, ci rendiamo presto conto della portata del problema. E così, se oggi vogliamo dare il nostro contributo alla causa della FAO perché tutti possano vivere in un mondo migliore, iniziamo dalla lista della spesa, dal frigorifero e dalla dispensa. Facciamo in nostri acquisti in modo più oculato, evitiamo di comprare prodotti inutili o di lasciarli scadere, quando apriamo una confezione assicuriamoci di finirne il contenuto nel giro di un paio di giorni e quando possibile ricicliamo quelli che siamo abituati a ritenere scarti (la pasta avanzata dal pranzo, il pane secco… qui  tante utili ricette). Un piccolo impegno quotidiano che può dare grandi risultati.

Il nostro impegno

Alì si è impegnata a instaurare rapporti di collaborazione con diverse Onlus territoriali. Il cibo ancora "buono" ma non più vendibile (ad esempio con confezioni danneggiate) viene sottratto ad un inutile spreco e riassegnato a chi ne ha più bisogno. Un impegno concreto e tangibile: ad oggi oltre 410mila € di generi alimentari sono già stati raccolti e ridistribuiti.