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15 ottobre 2014 L’Amarone della Valpolicella

L’Amarone della Valpolicella

Forse non tutti sanno che l’Amarone è un vino passito. Secco e corposo, viene prodotto da uve lasciate appassire su graticci per aumentarne il grado zuccherino.

Come molte cose buone della nostra tradizione enogastronomica, l’Amarone della Valpolicella nacque per caso. Accadde, infatti, che circa 70 anni fa, in una cantina dove si produceva il dolce Recioto, una botte dimenticata subì una fermentazione troppo lunga e tutta la parte zuccherina del vino venne trasformata in alcol.

Il risultato piacque al cantiniere: un vino rosso intenso, dal profumo che ricorda frutta passita, tabacco e spezie e dal sapore fruttato, asciutto, ma allo stesso tempo morbido. Un vino corposo dalla forte personalità, perfetto per accompagnare grandi piatti di carne, selvaggina e formaggi stagionati, ma è anche un ottimo vino da meditazione.

La sua produzione è simile a quella del suo fratello dolce, il Recioto. Le uve con cui è prodotto sono le stesse: corvina, molinara e rondinella, lasciate appassire su appositi graticci per aumentarne il grado zuccherino. Il disciplinare di produzione prevede che l’appassimento duri almeno fino al gennaio successivo alla vendemmia; solo allora le uve vengono pigiate. Il mosto che si ottiene, estremamente concentrato, fermenta lentamente a causa delle rigide temperature invernali e il vino raggiunge gradazioni che vanno dai 14° ai 17°. Dopo la fermentazione è il momento della stagionatura che, tradizionalmente, avviene in grandi botti di rovere; un affinamento che dura almeno tre anni, ma può arrivare anche a cinque. Una volta in bottiglia, l’Amarone è un vino molto longevo: esistono ottime bottiglie che hanno oltre trent’anni.

Per saperne di più sull’Amarone e gli altri vini della Valpolicella www.consorziovalpolicella.it