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7 aprile 2015 Si scrive “new localism”, si legge “tradizionale”

Si scrive “new localism”, si legge “tradizionale”

Le “mode” in cucina si susseguono da anni, dall’egemonia della cucina francese a quella molecolare, passando magari per la nouvelle cuisine. La tendenza del momento, però, sembra essere il “new localism”, e ha a che vedere con le tradizioni locali e regionali.

In Italia lo sappiamo fare bene, e lo facciamo da sempre: valorizzare i prodotti tradizionali e i sapori locali. Nonostante i tanti scandali alimentari, che interessano a dire il vero più l’estero, l’Italia resta il Bel Paese, dove si mangia e si beve bene.

Alcuni critici gastronomici oggi lo chiamano “new localism”: significa che gli chef italiani e del mondo, dopo aver sperimentato di tutto, tornano volentieri alle origini. Propongono una cucina basata, per esempio, sulle verdure coltivate nel proprio orto, sulla carne e sui formaggi prodotti “a chilometro zero”, sui dolci tradizionali rivisitati.

A proposito di “new localism”, è emblematica la figura di Renè Redzepi, del celebre ristorante Noma di Copenhagen. Redzepi è stato intervistato anche dal Time, ed è stato battezzato da alcuni lo “chef migliore del mondo”, grazie a una cucina che ha riscoperto gli ingredienti locali e dimenticati della sua terra (complice anche la necessità, ovvero un inverno particolarmente difficile in cui non si reperivano gli ingredienti di importazione).

Molti già storcono il naso e sostengono che il “new localism” altro non è che un modo sornione per dire “cucina del territorio”. Rimangono però alcune certezze tangibili. In Veneto, per esempio, anche tramite Alì Supermercati, si privilegiano spesso le piccole produzioni di nicchia, quelle che si distinguono per sapore e per cultura, la cultura del mangiare bene e sano. Non si tratta solo di aziende “del territorio”, ma di realtà che portano avanti un modo di lavorare artigianale, con lentezza e attenzione. Qui la nostra pagina dedicata alla ricerca dei prodotti locali.

Dunque, passate le tante mode delle cucine “straniere”, non resta che tornare a guardare alla propria terra, scoprendo magari che, dopo aver cercato il miglior formaggio francese, avevamo una produzione d’eccellenza nella malga a cinquanta chilometri da casa nostra.

E voi, mangiate locale? Raccontateci o inviateci foto dei vostri prodotti o piatti tipici preferiti, li pubblicheremo sul nostro sito!

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