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22 aprile 2015 Gli orti per Padova: Alì sostiene l’arte e la cultura di Padova

Gli orti per Padova: Alì sostiene l’arte e la cultura di Padova

Partnership siglata tra Università degli Studi di Padova e i supermercati Alì per valorizzare il patrimonio artistico e culturale della città.

Valorizzare l’arte, la cultura e la storia della città di Padova nella semplicità di alcuni gesti quotidiani come fare la spesa al supermercato: è a questa concezione che si ispira la nuova iniziativa organizzata dal Gruppo Alì, in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, in partenza il 23 aprile presso i 44 punti vendita Alì presenti nella provincia di Padova.

 

Il progetto, denominato “Gli orti per Padova”, prevede, tramite la vendita di alcuni prodotti freschi di servizio (insalate già lavate e pronte al consumo), di devolvere una parte del ricavato a sostegno dei tesori artistici della città di Padova e nello specifico dell’Orto Botanico dell’Università di Padova, attraverso il finanziamento dell’impianto di illuminazione della parte storica.

 

Patrimonio dell’Umanità e bene protetto dell’UNESCO dal 1997, il prestigioso Orto Botanico, istituito nel 1545, è il più antico d’Europa e oggi è divenuto un luogo di scienza, natura e cultura, simbolo della città di Padova. 

 

Nella partnership con il Gruppo Alì, la nuova linea di prodotti freschi denominata “Gli orti per Padova” è caratterizzata da una confezione in cui è raffigurata l’antica litografia ”il giardino dei semplici”, immagine storica che rappresenta l’Orto Botanico di Padova.

 

Giuliano Canella, Dirigente del Gruppo Alì e fautore del progetto, dichiara “I prodotti sono selezionati per la loro qualità e freschezza e saranno presenti, già da domani, in esclusiva, nei 44 punti vendita Alì e Alìper di Padova e provincia. Con questa iniziativa vogliamo rappresentare quei valori artistici e culturali di cui la nostra città è ricca e fiera, facendo leva sul senso di appartenenza alla propria città, dei nostri consumatori. Il Gruppo Alì, da sempre tradizionalmente legato al territorio, dimostra quindi, ancora una volta, l’impegno concreto e la capacità di fare impresa, pensando al bene comune del territorio in cui opera. Per enfatizzare il messaggio, abbiamo studiato un piano di comunicazione che passa dai mezzi più tradizionali come manifesti tematizzati, all’installazione di schermi LCD che pubblicizzano l’iniziativa, ai social media, fino ad arrivare ad altre singolari iniziative che sveleremo nelle prossime settimane. Il mio auspicio è che questo progetto rappresenti un primo passo verso la realizzazione di altre iniziative in collaborazione con l’Università di Padova, volte a sostenere la cultura e l’arte nella città.”

 

Il Rettore dell’Università di Padova Giuseppe Zaccaria commentaVoglio ringraziare il gruppo Alì/Aliper e in particolare la famiglia Canella per aver scelto di puntare su uno dei gioielli della città, il nostro Orto Botanico. Una perla che ormai ha quasi cinque secoli di storia alle spalle, essendo stato aperto nel 1545, ma che non dimostra certo la sua età, capace di ripensarsi e rimanere al passo con i tempi, come ha dimostrato la sfida innovativa che possiamo dire ampiamente vinta con l’apertura del Giardino delle Biodiversità. Una sfida su cui l’Ateneo ha speso tempo e svariati milioni di euro, ma che dal giorno dell’inaugurazione della parte nuova dell’Orto Botanico ci ha visto salire e, mi permetto di aggiungere con una punta d’orgoglio, rimanere all’attenzione dei media nazionali e internazionali. E il boom di visite, abbiamo superato già quota 95mila presenze nei primi mesi, conferma la bontà della nostra scelta. Ed è in questo favorevole contesto che il gruppo Ali, fortemente legato al nostro territorio, ha quindi scelto di investire su di un’eccellenza della nostra città. E lo fa con un progetto che punta i riflettori sulla parte antica, storica dell’Orto Botanico, facendosi promotore dell’iniziativa di finanziare la realizzazione di un moderno sistema di illuminazione per la parte antica dell’Orto Botanico,  talmente importante da aver ottenuto l’etichetta di patrimonio Unesco già a metà degli anni Novanta”.