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31 agosto 2018 Pomodori: le varietà più insolite

Pomodori: le varietà più insolite

Usate solo San Marzano per le conserve e Ciliegini per le insalate? Non sapete cosa vi state perdendo!

Come faremmo senza i pomodori? Infinite ricette della tradizione italiana contemplano l’uso di una varietà piuttosto che dell’altra, ma anche di passate o conserve. E cosa dire delle insalate con i pomodori freschi tagliati a rondelle? Un classico. È impossibile, però, non notare che a essere prese in considerazione sono sempre le stesse tipologie, mentre di pomodori tra cui scegliere ne esistono tantissimi.

Non le solite insalate

Per distinguere le infinite tipologie di pomodori bisogna innanzitutto separare le varietà che danno il loro meglio crude e varietà che è preferibile cuocere o essiccare. Non che sia una divisione netta: molto dipende dal gusto personale e dal grado di maturazione dell’ortaggio; vero è, però, che alcuni pomodori si prestano di più all’uno o all’altro utilizzo. Come i Cuore di Bue, ad esempio, che possono raggiungere dimensioni riguardevoli mantenendo una polpa carnosa e poco acida, perfetti da tagliare a fette spesse e mangiare conditi semplicemente con un giro d’olio, sale e pepe. Lo stesso vale per il pomodoro Di Belmonte, tipicamente calabrese: un gigante che può superare anche il chilo di peso! Sono di grandi dimensioni anche il Costoluto fiorentino e genovese, che se raccolti non a piena maturazione, quindi non rossissimi, sono perfetti in insalata. Cambiando decisamente misura, oltre al Ciliegino, ottimo nelle paste fredde, valutate anche di usare ogni tanto un Principe Borghese: pomodoro dal nome altisonante che si presenta in piccoli grappoli di frutti dalla forma a goccia, perfetti per essere conservati appesi in collane per mesi. Scegliere il pomodoro di Manduria, infine, può rappresentare l’occasione giusta per provare una ricetta tipicamente pugliese, quella della Jatedda: un mix di pomodori, aglio, olio, sale, capperi e origano con cui si condisce il pane raffermo.

Pomodori da cuocere

Le varietà migliori per diventare salsa invece sono quelle poco acquose e dalla polpa carnosa. Oltre ai San Marzano, storicamente considerati i più adatti alla conservazione in vaso, ottimi anche i piccoli e dolcissimi Datterini, che si presentano in grappolo e hanno forma allungata, e i Pachino, tipici del Siracusano, che sono perfetti da usare anche a cubetti nella pasta o nei secondi di mare. Il pomodoro del Piennolo, Dop vesuviana, ha un sapore dolce e spiccato, ed è ideale per le salse, così come il Tondo Romano, che però ha una punta di acidità in più.

Non solo rossi: i pomodori neri e gialli

Concludiamo questa carrellata con i pomodori colorati, ovvero quelli che non si presentano nella classica veste rossa o al limite rosso-verde. Ci sono ad esempio i pomodori gialli, come i Ciliegina gialli Gold Star o i Datterini Yellow Star, da poco in commercio anche in Italia ma subito amati per il loro gusto dolcissimo; o ancora gli ottimi Ponderosa gialli, che si prestano a essere conservati appesi in grappoli per mesi. E poi ci sono gli affascinanti pomodori neri! Su tutti il Ciliegino nero Black Cherry, il Pomodoro nero di Crimea e il Camone: in tutti i casi il colore scuro è indice di ricchezza di nutrienti, in particolare antiossidanti. Inserire questi pomodori nella nostra dieta potrebbe aiutarci a combattere l’accumulo di radicali liberi, e mantenerci, così, più giovani e in salute!